Il dovere della memoria e il presente come storia

Queste righe sono unicamente uno spunto per la riflessione che la ricorrenza del giorno della Memoria sollecita in noi tutti nella rievocazione annuale dell’abisso genocida nazista.

Un abisso tale che è stato e sarà praticamente impossibile comprendere e capire veramente.

 

Quale il senso oggi di omaggiare ritualmente ogni anno l’infinità di bambini, donne, uomini “che adesso sono nel vento”, per chi -la stragrande maggioranza di noi, e a breve tutti- non ha avuto modo di conoscerli, e che sono diventati quindi “Storia”.

 

Forse basterebbe anche solo il suo valore celebrativo a giustificare il ricordo del “27 gennaio”.

 

In molti però avvertiamo che il congelamento di un valore quale quello della Memoria dell’Olocausto in una ritualità mediatica slegata dalla prassi storica reale finisce inevitabilmente per depotenziarne la valenza orientativa dei comportamenti, quando non addirittura ad essere strumentalizzata a fini politici ed ideologici.

 

Noi (“che viviamo sicuri nelle nostre tiepide case” avrebbe detto Primo Levi) siamo circondati da un mondo di sofferenza e violenza, che ad una coscienza contemporanea dovrebbe apparire  inaccettabile proprio anche grazie alla consapevolezza che l’abominio dell’Olocausto ci ha dato.

 

“Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso.”

HANNAH ARENDT

 

Chi scrive crede nella lezione di Benedetto Croce: LA STORIA E’ SEMPRE CONTEMPORANEITA’ nella necessaria vocazione di sensibilità, coscienza ed azione di chi vive il presente.

 

In queste settimane questo presente si chiama anche Gaza, comunque gli “analisti” vogliano denominare il violento sradicamento che milioni di persona stanno subendo  -e per supremo paradosso storico proprio ad opera dell’esercito di uno Stato che fa della memoria dell’Olocausto la sua priorità.

Appena ieri o l’altro ieri, questo presente si è chiamato però anche in altri modi: Jugoslavia, Congo, Siria, … ma anche “terrorismo”, … calvario delle popolazioni migranti, ….

 

No. La storia dell’Olocausto non ha purtroppo smesso di insegnarci qualcosa di utile sul presente e sul futuro.

 

“Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.”  LILIANA SEGRE

 

Si segnalano a tal proposito anche le parole del Presidente Sergio Mattarella nel suo intervento annuale sul giorno della Memoria.

https://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/giorno-della-memoria/2024/01/26/mattarella-israele-non-neghi-il-diritto-a-uno-stato-_8205b52a-11d6-498c-87cf-95d8ae9bbbd7.html

 

Si allega inoltre la nota del Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, quale spunto ulteriore di riflessione.

 

 

Il Dirigente scolastico – Nicola Ferrara

Allegati

m_pi.245.24-01-2024. giorno della memoria.pdf

Ultima revisione il 17-09-2024